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VIN BRULÉ

GENNAIO: SAPORI E PROFUMI DAL MONDO

VIN BRULÉ

dabar Gusto


Nelle lunghe e fredde serate d'inverno, quando mi ritiro a casa con il corpo congelato e la mente paralizzata, mi piace scaldarmi con una buona tazza bollente di vin brulé. Ogni volta che preparo questo "vino bruciato" il mio pensiero corre felice a un piccolo rifugio sul Passo delle Erbe in Alto Adige: un ricordo di una natura libera e pura che si mescola con quello di un sapore forte e profumato che entra pian piano nel corpo e rallegra il cuore. E allora il rumore del traffico e delle chiacchiere false della gente si attutisce e la vita appare meno complicata. 
La ricetta tradizionale del vin brulé prevede l'utilizzo di cannella e chiodi di garofano, ma se preferite un aroma più forte e speziato vi consiglio di aggiungere anche un po' di noce moscata. Per preparare la bevanda vi occorreranno quindi:

- 1 litro di vino rosso corposo di buona qualità
- 150 g di zucchero integrale
- 2 stecche di cannella
- 10 chiodi di garofano
- ½ cucchiaino di noce moscata macinata (facoltativo)
- la buccia di 1 limone e di 1 arancia non trattati

Versate il vino in una pentola e scaldatelo a fuoco moderato, facendo attenzione a non farlo bollire. Aggiungete le stecche di cannella, i chiodi di garofano, la noce moscata e le scorze degli agrumi tagliate molto sottili (la buccia deve essere priva della parte bianca che rischia di rendere la bevanda troppo amara). Quindi unite lo zucchero un poco alla volta: mescolate bene con un cucchiaio di legno fino a quando non si sarà sciolto completamente. Mantenete la pentola sul fuoco per altri 10 minuti a fiamma molto bassa (la bollitura farebbe evaporare l'alcool e altererebbe l'inconfondibile aroma della bevanda). Quindi filtrate con un colino e gustatevi il vostro vin brulé ancora fumante. 

Lo sapevate che...
Il vin brulé ha origini molto antiche. Nel Medioevo i frati, esperti studiosi di farmaci e rimedi naturali, nella quiete dei loro conventi riscaldavano vino, erbe e spezie per combattere i rigori e i malanni dell'inverno. La preparazione di una bevanda molto simile, il "Conditum Paradoxum", viene riportata addirittura nel "De re coquinaria" ("L'arte culinaria"), antologia di ricette attribuita ad Apicio, celebre gastronomo della Roma imperiale di Tiberio (I secolo d.C.).


Di: Lidia Vignola

Pubblicato il: 04/01/2011 da Lidia Vignola

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