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Trilogia Siberiana di Nicolai Linin: Educazione siberiana, Caduta libera, Il respiro del buio

I tre romanzi iniziali dell’autore Russo Italiano.

Trilogia Siberiana di Nicolai Linin: Educazione siberiana,  Caduta libera, Il respiro del buio

Letture Romanzo

data: 13/08/2021, Russia

Ci sono molte voci contro la veridicità delle Opere di Linin, opere che non sono saggi storici, ma romanzi, voci aspre, a parer mio alimentate solo dall’invidia; si invidia, perché Nicolai ha scritto tre gran bei libri che vale la pena leggere per il piacere di leggere un buon libro, per arricchirsi nel viaggio della natura umana che solo in pochi sanno esprimere, per conoscere un po’ di più la realtà di un paese, la Russia, lontano, ma molto più vicino alla nostra vita di come siamo abituati a pensarlo; una lettura che vale la pena affrontare nell’itera trilogia, quasi 950 pagine per gli interi tre libri, che sono un percorso unico da affrontare dall’inizio alla fine.

Il primo libro, che l’ha reso noto anche grazie al film di Gabriele Salvadores

EDUCAZIONE SIBERIANA

Fin da prima dell’avvento del comunismo e dell’Unione Sovietica, la Siberia è stata terra di conquista e sfruttamento delle risorse per la Russia prima, poi Unione Sovietica e in fine Federazione Russa; i siberiani non si sentivano Russi, ne tantomeno comunisti combattendo le autorità come potevano, in quella che era per la Russia, l’equivalente del selvaggio west per gli Stati Uniti.

Il comunismo ha utilizzato spesso le deportazioni di massa, come tentativo di integrazione tra le varie etnie e allo stesso tempo disgregazione della identità etnica e storica delle popolazioni che vivevano in Unione Sovietica; da questo punto parte il libro, con una comunità Siberiana, “criminale”, in opposizione alle autorità sovietiche, che viene deportata in Transinistria, regione della Moldavia al Confine con l’Ucraina, di recente venuta alla cronica per una guerra interna nel tentativo di separazione dalla Moldavia, nata dallo sgretolamento dell’URSS, condotto delle etnie Russofone li introdotte che hanno tentato di riunirsi alla Federazione Russa; storia che si è ripetuta in diverse regioni dell’ex Unione Sovietica e ex-Yugoslavia.

Nella violenza del regime comunista, nella violenza di una comunità che tentava di opporvisi in maniera criminale, nella violenza scoppiata nella disgregazione dell’URSS e dei sui equilibri, Kolima, Nicolai riceve la sua Educazione Siberiana, fatta di valori arcaici universali, trasmessa delle autorità Siberiane, i nonni, gli anziani portatori di antiche saggezze, combattendo il regime comunista e criticando i vezzi portati dal mondo occidentale.

Kolima vive in quella che per noi è una comunità criminale, tra riti, risse, furti, carcere minorile, omicidi, che seguono i valori dell’Educazione Siberiana, valori arcaici, da noi dimenticati, che ci spingono a provare ammirazione e rispetto per i Criminali Onesti Siberiani.

Il libro scorre e affascina dall’inizio alla fine quando Kolima tenta di affrancarsi dalla violenza e la vitta criminale, ma una violenza ben più grande lo attende.

 

CADUTA LIBERA

Kolima viene richiamato al servizio di leva della Federazione Russa, il tentativo di ribellione all’arruolamento lo condanna al servizio nel corpo dei sabotatori, corpo speciale dell’esercito russo; il libro è un racconto di guerra, forte, avvincente, che apre un punto di vista sulla guerra in Cecenia, che a pochi di noi è arrivato; apre anche però l’animo del combattente ai nostri occhi, la freddezza dell’osservazione della guerra, l’osservazione della morte, necessaria per sopravvivere in condizioni estreme.

Accompagnato dalla sua Educazione Siberiana Kolima affronta l’orrore della guerra, ce la racconta nella sua crudezza, con gli occhi di soldato, dove l’orrore è attenuato dall’ineluttabilità del susseguirsi degli eventi che lo rendono quotidiano, normale, sopportabile, indifferente.

Il libro risulta migliore del precedente nella struttura narrativa, scorre velocemente in maniera avvincente, un viaggio in più direzioni, una tappa dura ma immancabile per arrivare al terzo e ultimo libro della trilogia.

 

IL RESPIRO NEL BUIO

Il ritorno alla vita civile riaccende tutti gli orrori della guerra in Nicolai, orrori e paradossalmente sicurezze; il libro racconta il lungo percorso per trasformare l’orrore della guerra in eccezione e far ritornare il quotidiano della vita di una città la normalità che apparentemente sicurezze non le ha.

Un percorso che passa dalla depressione, alla rinascita nella natura siberiana, fino al ritorno ad una guerra quotidiana che non è quella aperta come la Cecenia, ma non meno reale, specie nella Russia post comunista.

Un libro che si divide in capitoli che possono essere libri a se stante, come il primo capito “Il Respiro nel Buio” , dedicato ai traumi psicologici subiti in guerra, che esplodono in tempo di pace; “L’uomo nella foresta”, la rinascita, il ritorno alla natura, all’essenza dell’uomo; “L’esercito dei pochi”, che da a Nicolai la consapevolezza di non potersi distaccare, almeno in Russia dalla guerra che ha vissuto, “La guerra dentro” e “La cenere nelle nostre anime”, capitoli che appaiono un moderno film di azione, ma non mancano di introspezione profonda.

 

Non aggiungo altro per non svelarvi quello che vi attende nella lettura di questa trilogia, che ritengo immancabile per quanto lunga da affrontare, alla fine passera in un attimo.


Di: Nicolai Linin

Produzione Distribuzione: Einaudi editore

Pubblicato il: 13/08/2021 da Enrico Maria Chellini

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