cinema
Appuntamento Bergamo
Terzo premio , Bergamo Film Meeting '97 meritatissimo, data la bellezza estetica e nar-
rativa del film, ed atteso , per l'immediato apprezzamento del pubblico in sala a Essaida,
primo lungometraggio del regista tunisino Mohamed Zran.
Il film narra l' incontro a Tunisi tra Amine, pittore in crisi creativa e l' adolescente Nidal.
Il pittore incuriosito dall'irruenza del giovane lo segue fino al quartiere periferico Essaida,
approdo di tutte le persone in fuga dalla campagna e in cerca di lavoro.
Attraverso Nidal, divenuto il modello dei suoi quadri, Amine scopre una realtà dura e violenta .
Amine si trasferisce ad Essaida, in balia di nuove emozioni e con la volontà di crearsi una
nuova vita e cercare di cambiare quella di Nidal.
Ma il ragazzo non si lascia condizionare e decide di abbandonare il pittore .
Come la sua pittura , piena della luce di Essaida , anche la sua vita ed il modo di vederla e
di affrontarla ha ormai subito un radicale mutamento.
Al termine della proiezione abbiamo parlato con il regista:
A.S.-
Esaida racconta dell'incontro tra due mondi diversi che alla fine sembra non funzionare .
Nidal muore , Amine viene "invitato" ad abbandonare il quartiere .
Secondo lei esiste ancora una possibilità per questo incontro?
M.Z.-
Essaida finisce con l'immagine del pittore che ha ultimato il murale.
E' vero , Amine viene cacciato dagli abitanti del quartiere ma il mio fine non era quello
di offrire una facile soluzione .
Volevo invece aprire una possibilità di incontro .
Sono gli spettatori che dovranno decidere la fine del film , immaginare cosa farà Amine
dopo aver terminato la sua opera .
L'unico legame che esiste tra i due mondi anche se può sembrare paradossale , è proprio
quello dell'arte e della cultura.
Amine va nel quartiere per stabilire questo legame , non viene capito, ma raggiunge
comunque il suo scopo : finisce il suo lavoro.
Qualcosa è rimasto dopo la sua partenza, il segno lasciato dal murale e dai quadri dipinti.
Lui ha dato qualcosa e ha ricevuto altrettanto ; lo scambio è avvenuto.
A.S.-
Quanto di autobiografico c'è nella figura del pittore?
In fondo sia lei che Amine , Il pittore , avete fatto la stessa scelta: esplorare attraverso
l'arte un mondo diverso, fino a quel momento sconosciuto...
M.Z.-
Ci sono grandi affinità tra cinema e pittura ad amo la pittura quanto amo il cinema .
In entrambi i casi si tratta di sguardo, di ricevere e restituire immagini.
In questo senso , senza dire che il pittore rappresenta me stesso , è possibile stabilire una
relazione tra le due esperienze .
La scelta di fare un film nel quartiere di Essaida nasce da un'esperienza di forte schok
emotivo : ho visitato il quartiere e subito ho pensato di tornarci per girare un film.
Poco dopo sono iniziate le riprese.
Occorre ricevere immagini per poterle restituire e con Essaida è stato così.
Il cinema no è per me un'esperienza intellettuale , ma nasce da una relazione emotiva con
le immagini.
A.S.-
Ad un certo punto compare uno "Charlot" circondato da ragazzini.
Come può motivare Questa citazione?
M.Z.- Si tratta di un omaggio al cinema , oltre che al personaggio in se.
Un richiamo al cinema delle origini, alla sua essenza più vera.
Ma non tutto deve essere necessariamente spiegabile .
Penso , ad esempio, al personaggio del cieco :
è lui , probabilmente il vero alter ego dell'artista.
Il personaggio cieco è colui che sogna , che vede attraverso gli occhi degli altri ma non
per questo vede "meno" degli altri .
Va in una sala cinematografica e vede il film attraverso gli occhi della donna di cui è
innamorato.
L'arte ed il cinema , così come l'amore e le sensazioni , vanno al di la delle frontiere e
delle barriere fisiche e mentali.
Anche in questo senso va inteso il richiamo al cinema delle origini.
A.S.-
Lei si è trasferito in Francia quando era ancora piccolo , ed in Francia ha studiato cinema .
Perché per il suo lungometraggio d'esordio ha scelto una storia del tutto tunisina?
M.Z.-
Mi sento tunisino, non francese , dunque è stata una scelta del tutto naturale .
Le mie origini , la mia cultura , la mia lingua sono tunisine.
Potrei rispondere come faceva Fellini quando gli chiedevano perché raccontasse sempre
storie così italiane : erano quelle che conosceva e che erano davvero parte di lui.
Per me è lo stesso ed in più ho anche l'intenzione di trasferirmi nuovamente in Tunisia molto presto.
La Francia sta vivendo un brutto periodo: negli ultimi anni è molto cresciuta l'intol-
leranza verso gli stranieri ed in particolare per chi viene dal nord Africa.
A.S.-
Come sta andando il suo film?
M.Z.-
In Tunisia molto bene , ha addirittura superato gli incassi dei film americani usciti nello
stesso periodo.
In Francia ho un buon distributore che sta lavorando anche per presentare il film al pros-
simo festival di Cannes.
In Italia mi piacerebbe che lo acquistasse la LAB 80 (organizzazione che si occupa anche
del Bergamo Film Meeting, N.d.r.):questo garantirebbe una distribuzione mirata a far si
che il film possa essere visto nei tempi e negli spazzi più congeniali
Fonte: Anna Savelli
Pubblicato il: 08/03/1997 da Anna Savelli