cinema Incontri
Appuntamento data: 03/12/2011, Montevarchi (AR)
Di carattere tenace e a volte testardo, Ferrara ha mantenuto per tutta la vita una straordinaria coerenza in quei valori e in quella idea di cinema che, da giovane laureato in lettere a Firenze su storia del cinema italiano con Roberto Longhi, scriveva nei suoi primi articoli, ovvero documentare la realtà, fare un cinema di impegno civile, cercando di portare lo spettatore a ragionare sui fatti più importanti della storia del nostro Paese con tesi a volte non accolte benevolmente, ma discusse, creando dibattiti sui giornali, squarciando il velo di omertà e di silenzio che li ricopriva. Per questo il suo inizio è da documentarista, di cui si può dire oggi che è stato ed è uno dei più importanti registi al mondo,con pellicole fondamentali sulle miserie del sud e sul fenomeno mafioso.
Il cinema è un lavoro rigoroso, da neorealista, come si definisce il Maestro: per lui il regista, se vuole dare un contributo per fare luce sui fatti ancora oggi misteriosi avvenuti in Italia, deve avere anche un comportamento di vita che rifugga i lustrini, ma che sia vicino alla gente comune che mostra nei suoi documentari, condividendone i valori e le idee. Questo rigore nel suo cinema di impegno civile e sociale non ha trovato spesso orecchie attente, produttori illuminati, e Ferrara ha faticato tanto per realizzare i suoi film, perché trattavano fatti e personaggi scomodi al potere politico ed economico. Gli dicevano i produttori agli inizi: “Sei bravo , fai un bel film d’amore, una commedia sui sentimenti e facciamo i soldi io e te”, ma Ferrara non ha mai accettato. Tanti suoi allievi hanno imparato il “mestiere” e si sono buttati con successo nel cinema di cassetta, da non demonizzare certo, ma rinunciando ad un cinema di denuncia che oggi sta scomparendo.
Se Ferrara si fosse piegato nella sua carriera al volere di qualche produttore, sarebbe potuto arrivare all’incontro di Montevarchi – con le sue grandi capacità , con la sua esperienza e conoscenza del settore da ormai mezzo secolo (a proposito, il prossimo anno ha ottant’anni, auguri! E speriamo che Qualcuno se ne ricordi a Roma...) - con la Ferrari o con il macchinone con l’autista, e invece arriva in treno, in seconda classe, e al telefono mi dice del piacere che gli fa incontrare la gente di qua e gli studenti del liceo, lui che ha un particolare feeling con i ragazzi, che lo capiscono subito, perché il suo spirito, il suo idealismo, nonostante gli anni di differenza, è ancora uguale al loro.
Di: Massimo Palazzeschi
Fonte: Massimo Palazzeschi
Protagonisti: Giuseppe Ferrara
Link: http://www.bitbar.it/leggi.php?categoria=datafilm&rif=145
Pubblicato il: 01/12/2011 da Massimo Palazzeschi