protagonisti Cineasti
data: 20/01/1945, S.Pietro di Magisano (CZ)
Dopo una lunga gavetta come assistente di vari registi tra i quali si ricordano Puccini, De Seta, Gregoretti , Liliana Cavani, Bertolucci, e dopo aver lavorato a lungo in Rai realizzando anche i primi “Caroselli”, Amelio raggiunge il meritato successo nel 1982 alla Mostra del Cinema di Venezia con “Colpire al cuore”, film che tratta il tema scottante del terrorismo seguendo la vicenda contrastata del rapporto padre-figlio.
Con un Jean Louis Trintignant in forma smagliante ed una giovanissima ma già sicura Laura Morante ,il film conquista subito il pubblico e la critica cinematografica. Da quel momento in poi è una carrellata di grandi successi e riconoscimenti internazionali.
E’ d’obbligo ricordare “ I ragazzi di Via Panisperna”, realizzato nel 1987 per il pubblico televisivo, e soprattutto “Porte aperte” nel 1989, dal romanzo di Leonardo Sciascia con Gian Maria Volonté, che lo fa conoscere al pubblico internazionale con la nomination all’Oscar.
Riesce nel 1992 ad abbinare il film d’autore e il successo commerciale con il famoso “Il ladro di bambini” , film che viene premiato al Festival di Cannes, vince l’European Film Award e fa incetta di David di Donatello, di Nastri d’Argento, di Globi e di Ciak d’oro..
In questo film Amelio riesce a coniugare al meglio il suo linguaggio cinematografico apparentemente semplice e immediato, si è scritto “neo neorealismo”, ma che in realtà nasconde varie chiavi di lettura e significati reconditi sui problemi e sulla nostra vita contemporanea. In questo film è protagonista assoluto l’attore “feticcio” di Amelio, Enrico Lo Verso, nei panni dell’ ingenuo carabiniere che accompagna i due bambini attraverso l’Italia fino alla Sicilia.
Nel 1994 esce “Lamerica”, altro film fondamentale del regista calabrese, che tratta di due italiani imbroglioni, il capo Michele Placido e il suo vice Enrico Lo Verso, che vanno a fare speculazioni in Albania, un paese che vive guardando la tivù italiana e dove la gente sogna di venire in Italia per lasciare un paese che il regime ha ridotto in miseria .
Amelio, con l’immagine della nave stracolma di profughi che naviga verso le nostre coste, anticipa il tema “emigrazione”, molto dibattuto in questi ultimi anni. Nel 1998 con “Così ridevano” vince meritatamente il Leone d’oro alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Anche qui affronta il tema dell’emigrazione, ma quella storica italiana di due fratelli del sud che vanno a lavorare nella Torino degli Anni Cinquanta, nel pieno degli scioperi e delle lotte dei lavoratori.
Dopo una pausa di sei anni esce nel 2004 “Le chiavi di casa”.
Da un testo di Pontiggia, rielaborato per lo schermo, Amelio racconta il percorso difficile di un padre che ritrova già grande il proprio figlio affetto da handicap.
In questo rapporto a volte doloroso e a volte carico di grande umanità, Amelio trova nel protagonista ( Andrea Rossi, un ragazzo portatore di handicap al debutto nello schermo), quella naturalità e immediatezza che gli consente di affrontare un tema tanto delicato e complesso.
Va ricordato anche il padre, Kim Rossi Stuart e Charlotte Rampling la nota attrice inglese, vera icona dei film di Visconti, Montaldo e Cavani negli anni Settanta.
Sempre da un libro, questa volta di Ermanno Rea, “La dismissione”, è tratto il recentissimo “La stella che non c’è”, presentato alla Mostra del cinema di Venezia di quest’anno, che vede in rilievo il protagonista, Sergio Castellitto.
Il film narra di una acciaieria del Meridione, che la proprietà dismette per trasferire in Cina.
Un operaio, Vincenzo Buonavolontà (Castellitto), si accorge che un pezzo di una macchina dell’altoforno non è stato spedito assieme agli altri e questo può provocare un incidente agli operai.
Non ci pensa due volte e vola in Cina a consegnare il pezzo. Più che un viaggio sarà un’odissea in un paese a lui sconosciuto.
Amelio ripropone anche qui la figura dell’emigrante, questa volta in Cina, la terra promessa dello sviluppo capitalistico degli Anni Duemila.
Di: Massimo Palazzeschi
Fonte: Massimo Palazzeschi
Pubblicato il: 04/12/2006 da Massimo Palazzeschi