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ANDREIJ TARKOVSKIJ - 2° Parte

L'eroe della meditazione (parte II°)


protagonisti Cineasti

Zavrazhe Russia

.... SEGUE DA PARTE I°
Nel 1975 è poi la volta di "SPECCHIO",suo più grande capolavoro. E' difficile esprimere a parole la grandezza di quest'opera: essa rappresenta le riflessioni del regista sulla sua vita della quale,compie un bilancio valutativo all'alba dei quarant'anni.
Il film,che in alcuni punti rivela una matrice ideale surrealista,vive sulla rappresentazione in parallelo del racconto dell'infanzia del protagonista (il volto del quale non è mai visibile durante il film),immagini rappresentanti vicende storiche,e la vita adulta del regista.
Il tema portante è rappresentato dall'eguale destino che coinvolge il regista sia da bambino che da adulto,prima come spettatore poi come protagonista:il divorzio.Rappresentandole con immagini che non hanno una sequenza logica,egli paragona l'immagine della moglie a quella della madre,che lui valuta molto simili come personalità,intrecciando questo insieme di ricordi con una poetica soffice,delicata fatta di campi lunghi,uso perfetto del rallenty e del primo piano e con una lentezza nel narrare che ci induce ancora una volta alla completa concentrazione,al coinvolgimento che diviene estasi di fronte ai suoi giochi di macchina,al silenzio intrinseco di meditazione del quale tutto il film è pervaso.
Un opera da guardare molte volte,e che ad ogni nuova visione induce a nuove riflessioni,nuove emozioni.
Ancora nell '80 è la volta di "STALKER",un altro film duro alla comprensione,che nasconde riflessioni sulla vita e sull'uomo alle quali già Tarkovskij ci aveva abituati.
Racconta la storia di uno Stalker,figura che ha il compito di accompagnare visitatori nella "Zona",luogo che le credenze vogliono reso magico dalla caduta di un meteorite.
All'interno della zona è presente una stanza,la quale ha la facoltà di realizzare tutti i desideri che un uomo esprime.
Suoi compagni di viaggio,uno scenziato e uno scrittore,l'uno razionale,l'altro più riflessivo,entrambi riluttanti a dare fiducia all'umanità di quei tempi,anche se per motivi opposti.
Lo scenziato cela,fino alla conclusione del viaggio, il suo disegno di entrare nella stanza per distruggerla usando un ordigno nucleare,idea dalla quale viene dissuaso dalla sorte capitata precedentemente ad un altro stalker.
La zona rappresenta evidentemente la vita,il viaggio per raggiungerla ne è lo svolgimento,pieno di pericoli,all'interno del quale è necessario procedere con cautela e con rispetto,per non imbattersi in disgrazie.
Il film vuole essere una metafora della vita e sulla realizzazione dei desideri che ne diventa l'obiettivo,desideri che possono avere risvolti negativi,se ne vengono realizzati i più sordidi.
Ancora una volta le riprese sono di grande suggestione e hanno una grande forza meditativa,il continuo cambiamento dei colori di sfondo ne acuisce la forza espressiva,per una rappresentazione metaforica della vita dai risvolti molto significativi.
Nel 1986 è la volta de "Il Sacrificio":esiste un modo per rappresentare in modo poetico su pellicola il degrado del mondo ed i pericoli ai quali andiamo incontro se non recupereremo i valori spirituali? Tarkovskiy con questo film ci dimostra di si.
Il film racconta la storia di Alexander,ex attore che vive con moglie e figli, durante i festeggiamenti per il suo compleanno.Durante la festa,la tv annuncia che è scoppiata la guerra atomica.
In cambio della salvezza sua e dei suoi cari offre tutti i suoi beni.
Il giorno seguente, dopo aver offerto il suo amore ad una delle domestiche, convinto che questo servirà a scongiurare i pericoli, scopre che tutto è tornato normale. Per tenere fede al voto,dà fuoco alla casa; di seguito viene creduto folle e portato via in ambulanza.Ritroviamo in questo film,l'ultimo di Tarkovskij,le tematiche tecniche dei suoi primi lavori: lunghissimi piani sequenza molto lenti,movimenti di camera lentissimi,atmosfere rarefatte.Notevoli la costruzione scenografica della casa del protagonista,con spazi amplissimi e poca mobilia,particolare che favorisce l'aspetto quasi teatrale delle scene,dal flebile richiamo formalista.Di seguito alle riprese di quest'ultimo film Tarkovskij,ormai provato dal cancro che lo affliggeva,muore il 28 Dicembre 1986 a Parigi.
Un regista che di sicuro verrà ricordato per sempre come uno dei più abili e meditativi del suo tempo,testimone di un'epoca di disagio della quale egli rappresenta ogni sensazione creata nelle persone,fossero esse artisti,intellettuali o popolani.
Ineguagliati rimangono il ritmo visivo delle sue scene,la capacità di emozionare con una contemplazione riflessiva dei volti,accompagnato da un silenzio quasi irreale (la rarissima presenza di musica di sottofondo nei suoi film è proverbiale,e quando è presente funge da accompagnamento,mai da tema portante), in una ricostruzione di situazioni e sensazioni emotive di incomparabile perfezione.

FILMOGRAFIA :

SACRIFICIO 1986

NOSTALGHIA 1983

STALKER 1980

LO SPECCHIO 1975

SOLARIS 1973

ANDREJ RUBLIOV 1971

L'INFANZIA DI IVAN 1962


Pubblicato il: 17/06/2005 da Cosimo Scialpi

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